Il desiderio, chi non lo ha provato almeno una volta. Ambire a qualcosa che si cerca in modo assiduo, una brama che fa poi stare bene una volta appagata.
Il desiderio non può dunque che essere una cosa buona si pensa, non può recare danno. Ed ecco, il desiderio può evolvere in qualcosa di migliore, l’aspirazione; ma questo può anche regredire e diventare ossessione. L’aspirazione è una ricerca graduale, meditata e pacata di un desiderio. L’aspirazione da frutti spesso buoni e concilia il corpo alla mente, l’ossessione trascina invece in un vortice oscuro. L’ossessione è diretta e non conosce ostacoli. Ricordiamo l’attegiamento esemplare degli Apostoli, essi aspirano ad ottenere la grazia dello Spirito Santo e non ne sono ossessionati. Meditano giorno e notte, seguono gli insegnamenti del Signore per raggiungere quella grazia tanto aspirata. Il nostro attegiamento deve essere perciò quello di appagare il desiderio di conoscenza e di raggiungimento dei nostri obbiettivi, purchè nei consueti limiti. Bisogna sapere quando fermarsi ed aspettare che le acque si calmino, riconoscere e comprendere la difficoltà che il desiderio implica. Il Signore è sempre al nostro fianco e non c’è ragione alcuna di essere intimoriti nel raggiungere i propri obbiettivi e il Signore che ci aiuta nelle nostre imprese ci dice: ” se cadi, io saró li a darti la forza e la speranza di poterti rialzare”.
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